Storia del Cinema Horror italiano. Da Mario Bava a Stefano Simone. Volume 3: Joe D'Amato, Ruggero Deodato, Umberto Lenzi e i cannibal movie
Il terzo volume della Storia del cinema horror italiano ripercorre la carriera di un grande artigiano come Aristide Massaccesi (in arte Joe D’Amato) che ha saputo contaminare tutti i generi, soprattutto horror, erotico e porno, dando vita a creazioni bizzare ma indimenticabili come Antropophagus e Porno Holocaust. Il libro affronta anche il cinema horror di Pupi Avati, un gotico rurale padano che ha prodotto una limitata factory e pellicole indimenticabili come La casa dalle finestre che ridono e Zeder. L’ultima parte del volume riguarda uno studio accurato del cannibal movie, un cinema horror tipicamente italiano che contamina avventura e orrore, tra eccessi macabri e violenze sugli animali spesso ritenute gratuite. Ruggero Dedodato e Umberto Lenzi sono gli autori simbolo di un sottogenere che hanno praticamente inventato, anche se nella loro carriera hanno realizzato altre pellicole importanti come La casa sperduta nel parco e La casa 3. Cannibal holocaust e Il paese del sesso selvaggio restano due pellicole simbolo del nostro cinema di genere.
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Joe D’Amato (pseudonimo di Aristide Massaccesi) è probabilmente uno dei registi più prolifici al mondo (quasi quanto lo spagnolo Jess Franco), in grado di spaziare fra numerosi generi e di mescolarli fra di loro estremizzandone le caratteristiche: l’horror gotico e splatter, l’erotico, il fantasy, e persino l’hard! Di lui ho sempre apprezzato in modo particolare “l’arte di arrangiarsi”, cioè la capacità di realizzare film con pochi mezzi, ed è quindi un regista che io, da indipendente, sento molto vicino proprio per questo motivo. Massaccesi è legato, nei miei ricordi, anche al genere che amo di più in assoluto, cioè il western all’italiana: formatosi come direttore della fotografia e operatore nei film di Demofilo Fidani e di altri registi, ne ha diretti due personalmente, Un bounty killer a Trinità e Scansati… a Trinità arriva Eldorado. Un bounty killer a Trinità è stato il primo western che ho visto, addirittura da bambino quando ancora non c’erano le tv private, credo nel 1975-76 su Telemontecarlo, senza sapere chi fosse il regista, e solo durante l’intervista del 1999 ho scoperto che era un film diretto proprio da lui! Scansati… a Trinità arriva Eldorado è degno di nota, da parte mia, perché è l’unico fra i western comici che apprezzo: io detesto le commedie western, che sono state la rovina del genere, però questo è talmente assurdo e sopra le righe da risultare gradevole. Ma il nome di Aristide Massaccesi è per me legato soprattutto al film gotico La morte ha sorriso all’assassino, il mio horror preferito, caratterizzato da un’atmosfera onirica e al tempo stesso orrorifica che lo rende un prodotto assolutamente unico, grazie anche alla splendida colonna sonora di Berto Pisano; altri suoi film che apprezzo molto sono Emanuelle in America ed Emanuelle: perché violenza alle donne? (dalla prefazione di Roger A. Fratter)
Autore: Gordiano Lupi. Edizioni Il Foglio. Pagine 240
(dalla prefazione di Roger A. Fratter) |