Prigioniere del sesso. Nazi, Wip e conventuali
Tra gli inferni concentrazionari, lager o prigioni che fossero, e i chiusi mondi claustrali delle monache, per il cinema di genere e per quello italiano in particolare, non esistette salto quantico di sorta. Furono letti come mondi assolutamente attigui, soprattutto per quanto riguardava il torbido (cioè sesso e violenza) che potevano celare. Il fulcro erano sempre e comunque le donne: tante, belle, nude, prima vittime dei carnefici e poi, a loro volta, carnefici dei carnefici. Ci si può riempire la bocca finché si vuole di alati discorsi su Sesso & Potere o Potere & Sesso e va benissimo. Ma poi al finale, del Portiere di notte, quel che si fissa e persiste è Charlotte Rampling che danza nuda in bretelle e berretto nazista tra gli ufficiali porconi che le sbavano addosso.
Autori: Manlio Gomarasca e Davide Pulici
Formato: 17 x 24
FOTOGRAFIE A COLORI
Pagine: 308
Ed. Nocturno Libri, 2024